Tavolo 2 – Costruire la transizione dal basso: dalle comunità energetiche alle comunità climatiche
Assemblea aperta di ORA! 2 dicembre 2023, CNR Bologna
Moderatorə: Francesca De Giorgio (CNR-ISMN), Emanuele Di Carlo (CNR-ISAC)
Interventi introduttivi: Emanuele Leonardi (Ricercatore Università di Bologna), Dalma Domeneghini (Cooperativa Lo Scoiattolo), Susanna Cattini (Camilla Emporio di Comunità), Collettivo di Fabbrica GKN, Mario Garagnani (FIOM-CGIL Emilia-Romagna)
Per promuovere una transizione ecologica radicale ed efficace è necessaria la partecipazione attiva e consapevole di ogni cittadino per una gestione condivisa e sostenibile delle risorse. Dalle comunità energetiche in cui cittadini/e, attività commerciali, amministrazioni pubbliche locali e imprese decidono di unire le proprie forze per produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale, alle comunità climatiche come laboratori per affrontare tutti i nodi ambientali, sociali e produttivi di una transizione ecologica dal basso. Durante i lavori del Tavolo 2, partendo dalle riflessioni sul fallimento della transizione ecologica dall’alto, abbiamo ascoltato le testimonianze di chi sta ponendo le basi per realizzare una comunità energetica e di chi opera nell’ambito del consumo autogestito e consapevole, e le testimonianze delle lavoratrici e dei lavoratori che si stanno impegnando in prima persona per concretizzare una riconversione industriale sostenibile, quando l’unica risposta dall’alto è la chiusura e il licenziamento di massa.
Sebbene la politica transnazionale sul clima sia nata come un progetto importante di conversione ecologica dall’alto, questa ha fallito, in quanto ha manifestato il suo iato profondo tra realismo climatico e realismo politico, giustificandosi sotto la falsa retorica di accelerare una transizione ecologica già partita, quando la realtà sta procedendo ad enormi falcate nella direzione completamente opposta. Il primo passaggio per concretizzare una transizione ecologica dal basso è riportare sul piano di parità i soggetti posti in secondo piano, lavoratrici e lavoratori, favorendo un processo di democratizzazione e di riduzione delle disuguaglianze. Meno disuguaglianza implica minori emissioni, in quanto in presenza di una forte polarizzazione sociale, si verifica un grande differenziale di reddito che porta ad aumentare le emissioni.
Nel percorso di attuazione di una transizione ecologica dal basso, la realizzazione di una comunità energetica, concetto che esiste da tempo, è un’occasione fondamentale per ripensare le nostre vite in termini di Comunità, abbandonando il concetto del consumo senza controllo per lasciare spazio all’autoconsumo consapevole. Oltre ai benefici ambientali ed economici, la comunità energetica porterà a dei benefici sociali, come previsto dalla bozza di decreto CER del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) approvata dalla Commissione Europea il 23 novembre 2023, secondo cui ogni comunità energetica dovrà dedicare almeno il 55% dei contributi ricevuti alle attività sociali e a sostegno dei soggetti più fragili. All’interno di una comunità energetica, inoltre, sono necessarie diverse figure: dal produttore/consumatore (prosumer) al solo consumatore, all’animatore di comunità, figura necessaria per facilitare la creazione e la corretta gestione di una comunità energetica.
Un esempio virtuoso di comunità climatica ci è stato testimoniato da Camilla – Emporio di Comunità nato a Bologna e cooperativa di consumo autogestita, in cui i soci sono gli unici clienti dell’emporio, oltre che proprietari di una quota e gestori della cooperativa. Camilla rappresenta un esempio virtuoso di gestione collettiva in cui il concetto di comunità risolve il problema del sistema distributivo di consumo a favore di un consumo responsabile che promuove l’approvvigionamento dei prodotti provenienti da una filiera di sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
Nel percorso di transizione ecologica dal basso, il lavoro deve essere protagonista. L’esempio del Collettivo di Fabbrica ex-GKN e delle lavoratrici e dei lavoratori della Marelli mostrano come i movimenti operai siano i reali promotori per realizzare una radicale transizione ecologica. Grazie alla loro virtuosa capacità di adattamento, viene riportato in primo piano il ruolo della dimensione collettiva, fondamentale per realizzare concretamente una riconversione industriale verso soluzioni sostenibili ed ecologiche.
Durante la discussione finale è emersa l’importanza del ruolo delle ricercatrici e dei ricercatori nel supportare concretamente dal punto di vista tecnico le associazioni che stanno sviluppando progetti di formazione volti ad informare la collettività su come creare le comunità energetiche. Pertanto, è auspicabile e necessario incentivare la formazione della popolazione interessata con la creazione di gruppi di informazione, contenenti competenze diverse come quelle di giuristi e tecnici, allo scopo di promuovere e facilitare la creazione e un’efficace gestione delle comunità energetiche.