Tavolo 1 – Trasformazione ecologica ed adattamento dei territori urbani e rurali

Tavolo 1 – Trasformazione ecologica ed adattamento dei territori urbani e rurali

Assemblea aperta di ORA! 2 dicembre 2023, CNR Bologna

Moderatrici: Maria Teresa Salomoni (Proambiente), Cristiana Spingola (INAF)

Interventi introduttivi: Andrea Fantini (Ricercatore Università di Bologna), Simona Bianchi (Ricercatrice in African Studies), Michele Caravita (Produttore di Campi Aperti), Pol (Attivista di Bologna for Climate Justice e Amanda), Andrea Ghelfi (Ricercatore Università degli Studi di Firenze)

La discussione di questo Tavolo ha portato all’identificazione di esigenze comuni tra realtà molto diverse tra loro, quali l’agricoltura contadina, comitati di quartiere ed altre realtà in difesa dell’ambiente e la ricerca accademica. Il gruppo, pur così eterogeneo, ha formulato una richiesta chiara: preservare il suolo, che è la pelle del nostro pianeta e una risorsa non rinnovabile alla base della possibilità di vita.

Gli interventi del tavolo hanno messo in luce la situazione critica in cui ci troviamo a causa della pressione crescente del sistema economico e delle sue esigenze logistiche e produttive. Da un lato, i movimenti per l’agricoltura contadina hanno messo in evidenza da anni le criticità dell’agro-industria, legata ai circuiti della grande distribuzione e responsabile dell’impoverimento e inquinamento dei suoli, dovuto all’uso intensivo di concimi chimici e pesticidi. Esperienze di agricoltura contadina come quella di Campi Aperti, Mondeggi Bene Comune e la rete Genuino Clandestino rappresentano un’alternativa reale per una produzione etica, sana e sostenibile di cibo, ma non sono in alcun modo sostenute dalla politica e dalle amministrazioni.

Il tema della produzione agricola è al centro dello squilibrio fra Nord e Sud globale: l’agricoltura contadina sfama circa l’80% della popolazione globale e deve al contempo lottare contro la svendita delle terre da destinare ad altri usi decisi dall’alto (“land grabbing”). Un caso esemplare è il “green grabbing”, esempio di soluzione top-down alla crisi climatica, dove terre usate per la sussistenza alimentare vengono destinate alla compensazione di CO2.

Il tema del governo del territorio si ritrova anche nelle nostre città e campagne, dove le istanze dal basso vengono sistematicamente ignorate, in nome di un modello di sviluppo insostenibile. Il caso di Bologna è particolarmente significativo: l’espansione della città, l’allargamento della tangenziale (il “passante”), la stessa costruzione dei binari per il nuovo tram o semplicemente nuove edificazioni che non tengono conto dell’ecosistema (ad. es. il caso delle scuole Besta) portano alla distruzione di suolo, alla soppressione di parchi cittadini e all’abbattimento di alberi. Nelle campagne, la stessa dinamica di cementificazione è legata alla crescita sproporzionata dei poli logistici e alla conseguente espansione della rete stradale.

La questione dell’acqua è legata a doppio filo al suolo e centrale nella nostra società. L’alluvione di maggio 2023 in Emilia-Romagna ha mostrato la fragilità del territorio, reso ancora più vulnerabile dal continuo consumo di suolo. Dall’altro lato, il cambiamento climatico inasprisce le condizioni di siccità che impattano direttamente l’agricoltura contadina.

Le azioni locali di contrasto al consumo di suolo hanno bisogno di un movimento collettivo, di un’organizzazione tra tutte le diverse realtà che hanno a che fare con il territorio. Come si passa da “distruttori” a “costruttori” di suolo? È necessario costruire un contesto in cui sia possibile condividere i saperi collettivi in difesa del suolo e dell’ambiente: è fondamentale un’intesa tra la società civile e il mondo della ricerca. Si sottolineano anche altri due aspetti: da un lato, capire le esigenze dei ceti popolari, che sono stati intersecati solo marginalmente; dall’altro, fare attenzione che il discorso della transizione ecologica non venga usato per cementificare ancora di più.

Durante la discussione sono anche emerse due proposte concrete:

  • all’interno di ORA! creare un contenitore di CV, fruibile dall’esterno, per identificare sia le persone che si occupano di tematiche ambientali specifiche sia come ricercatori sia come associazioni/comitati locali;
  • istituire una “consulta per il suolo” tecnico-scientifica, attiva all’interno del Comune di Bologna sulla scorta di quelle già esistenti (https://www.comune.bologna.it/servizi-informazioni/consulte-comunali), che si prenda cura di questo ecosistema prima che sia troppo tardi.

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