Tavolo 3 – Come fermare la macchina delle emissioni? Movimenti in difesa dell’ambiente e strategie comuni

Tavolo 3 – Come fermare la macchina delle emissioni? Movimenti in difesa dell’ambiente e strategie comuni

Assemblea aperta di ORA! 2 dicembre 2023, CNR Bologna

Moderatorə: Federico Fabiano (CNR-ISAC), Matteo Cini (CNR-ISAC)

Interventi: Alberto Manconi (Dottorando Univ. Losanna), Angela (Bologna for Climate Justice), Sollevamenti della Terra, Comitati cittadini in difesa dell’ambiente (Assemblea no passante, Comitato Scuole Besta), Scienza di Classe, Extinction Rebellion, Ultima generazione, Fridays for Future, Fuori dal Fossile, End Fossil, Ecopol

I lavori del tavolo sono partiti da un’analisi della fase politica. Vediamo un cambiamento rispetto alla fase pre-2019. In particolare, i movimenti climatici di massa, soprattutto giovanili (come FFF), mossi dalla spinta di portare la verità scientifica all’attenzione della politica e della cittadinanza, si sono scontrati con due elementi: la presa di coscienza dell’esistenza di rapporti di forza e interessi avversi alla transizione ecologica, inizialmente sottovalutata; una delusione generalizzata e una certa rassegnazione che hanno portato ad una fase di reflusso. A fianco del reflusso si è data una radicalizzazione delle istanze dei movimenti ecologisti, nella coscienza che l’unica transizione ecologica possibile è quella dal basso, che interseca i molteplici conflitti generati dal sistema capitalista e si oppone ad una narrazione funzionale alla riproduzione del sistema stesso, fatta di greenwashing e di soluzioni che guardano ad una transizione per ricchi.

Oggi troviamo un moltiplicarsi di nuove lotte a tema ecologista, con vari focus specifici:

  • movimenti climatici che intersecano i nodi produttivi del sistema economico fossile (end fossil, fuori dal fossile e connessioni con i movimenti contro la guerra) e per la giustizia climatica;
  • movimenti ambientali sul territorio contro le trasformazioni calate dall’alto, che partono dall’interrogarsi su come viviamo i nostri territori e sui nostri bisogni umani (Comitati locali in difesa dell’ambiente, Sollevamenti della terra);
  • movimenti climatici con tattiche nuove e visibili che partono dall’aspetto morale/emotivo individuale (UG, XR, ..);
  • lotte sul posto di lavoro che cominciano ad intersecare anche la tematica ecologista (GKN, Marelli, ..).

Dalla discussione emerge la necessità di continuare a lavorare sulla convergenza fra questi movimenti e lotte, cosa che già sta avvenendo in buona misura, ad esempio a Bologna nel contesto della lotta contro il passante. Vari interventi invitano alle buone pratiche della convergenza:

  • aiutarsi nella costruzione degli eventi, nella diffusione e nella partecipazione; esce la proposta di un calendario condiviso che raccolga le varie iniziative a tema eco-climatico;
  • è importante non dissociarsi dalle azioni di altri gruppi, giudicandone le pratiche e strategie particolari, ma portare comunque supporto alle azioni che vanno in una direzione comune;

La prospettiva della transizione ecologica dal basso presenta un’occasione per migliorare tutti gli aspetti delle nostre vite (“fine del mondo, fine del mese: stessa lotta”), di riscatto e liberazione dallo sfruttamento del sistema capitalista. Si osserva infatti che:

  • è fondamentale in questa fase lavorare alla convergenza fra lotte sul lavoro (contro licenziamenti, dislocazione della produzione, ecc.) e movimenti ecologisti; c’è ancora molto da fare in alcuni settori che ancora non si riconoscono nella dimensione ambientale (ad esempio lavoratori della logistica e passante); 
  • la questione del vivere bene interseca anche la questione della salute fisica, legata a stretto filo con il cambiamento climatico, in un contesto in cui la sanità pubblica è fortemente sotto attacco;
  • è fondamentale includere una prospettiva di genere e smuovere dalle fondamenta il sistema socio-economico: siamo dentro una crisi eco-sociale;
  • il tema della guerra è centrale, sia in una prospettiva legata alle risorse fossili (stretto legame tra fossile, dinamiche geopolitiche e guerra) che di minaccia alla vita, dove assistiamo ad una escalation di conflitti che vengono sofferti in gran parte dalla popolazione civile (guerra in Ucraina e in Palestina).

Abbiamo bisogno di una lotta intersezionale e convergente: intersezionalità è l’obiettivo e lo scopo, la convergenza è il metodo, attraverso la partecipazione alle cause dell’altro.

Si è affrontata anche la questione del ruolo dell’Università e della ricerca come luoghi di riproduzione del sistema capitalista, a cui vengono appaltati progetti di ricerca e sviluppo funzionali al sistema produttivo (anche di aziende fossili e legate al tema della guerra: Leonardo, Eni, Snam, ..). Inoltre, questi luoghi mostrano un’incapacità cronica di entrare in relazione con il territorio, necessaria per una reale convergenza. La discussione ha toccato anche il tema del ruolo dellə scienziatə nella crisi eco-climatica: da una parte si osserva una tendenza dellə scienziatə a diventare attivistə, entrando in contatto con varie realtà di movimento; d’altra parte si è suggerito come il ruolo strategico di chi fa ricerca sia di fare attivismo innanzitutto nel luogo di lavoro, costruendo spazi di democrazia interni e quindi di convergenza con le lotte che stanno fuori. L’officina si pone l’obiettivo di aprire un fronte interno su queste questioni, nello spazio che viviamo tutti i giorni, a partire dai finanziamenti ed alle collaborazioni fossili alla ricerca.

Come possibile elemento di novità nella governance istituzionale, si è discusso del percorso dell’assemblea cittadina per il clima, convocata dal comune di Bologna in seguito alla richiesta di XR. Ne sono state sottolineate le contraddizioni ma anche gli aspetti utili per incalzare la narrazione del comune, ad esempio è molto interessante che sia stata avanzata la richiesta di valutazione di impatto sanitario sul passante, sulla quale il comune dovrà dare una risposta entro pochi mesi.

Sulle prospettive più concrete per i prossimi mesi, sono stati individuati alcuni spunti. Innanzitutto la lotta alla repressione dei movimenti ecologisti, che si sta inasprendo. Servono soldi, avvocati, pareri tecnici per difendere gli attivisti nelle sedi giudiziarie. Sul fronte della convergenza, c’è una grande voglia di restare in contatto e di dotarsi di strumenti che possano aiutare la partecipazione alle varie iniziative (ad esempio, un calendario condiviso). La lotta di GKN è in una fase critica: necessario passare all’offensiva e respingere i licenziamenti e l’attacco alla convergenza. Stessa ambizione sulle lotte territoriali, che a Bologna si stanno concentrando sul passante e sulla difesa di tanti spazi verdi minacciati dai cantieri. Nello spirito dell’offensiva, è necessario rendere la nostra azione pubblica più incisiva, creando un ostacolo/danno reale al sistema produttivo e non limitandosi ad una azione comunicativa/di testimonianza. In questa direzione, si evidenzia la necessità di un appoggio alle lotte ecologiste da parte dei sindacati, per dare sostanza tramite lo sciopero alla lotta eco-climatica sui posti di lavoro, e alla continua ricerca, da parte dei movimenti ecologisti, di punti di contatto con le istanze di chi lavora, in una prospettiva di transizione dal basso.

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